Fascite plantare: esercizi di stretching e rinforzo muscolare

La fascite plantare è una patologia infiammatoria della guaina (fascia) che riveste la muscolatura della pianta del piede e che unisce il calcagno alla base delle dita e si concretizza con un dolore al tallone (tallonite), punto scheletrico dove la fascia stessa prende la sua inserzione. Movimenti che sollecitano ripetutamente la pianta del piede come la corsa, ma anche alcuni difetti dell’anatomia del piede come ad esempio il piede piatto portano ad un aumento della fascia plantare già tesa scatenando un processo infiammatorio acuto sul punto di inserzione calcaneare della fascia medesima con conseguente borsite e formazione di osso neoformato (spina calcaneare). Una fascite plantare è quindi più facilmente riscontrabile in pazienti che praticano corsa, basket, tennis e calcio, ad esempio, sollecitano in modo eccessivo la pianta del piede. Anche l’utilizzo di scarpe inadatte, come quelle a suola piatta che mantengono a 90 gradi la posizione del piede rispetto alla gamba, predispongono a tale patologia perché mantengono la tensione della fascia stessa. Tuttavia anche il sovrappeso e l’obesità possono portare all’insorgenza di una fascite plantare.

Quali sono i sintomi?

Il sintomo principale della fascite plantare è il dolore localizzato al tallone ma in alcuni casi anche al centro della pianta del piede. Molte persone avvertono dolore alla pianta del piede quando, al risveglio, lo poggiano a terra. Sebbene il dolore tende a diminuire con l’iniziale movimento, durante la giornata si riacutizza per via della prolungata posizione eretta e per il carico sulla pianta del piede.

Diagnosi

Solitamente la diagnosi di fascite plantare viene effettuata dopo un’attenta valutazione clinica della sintomatologia. Indagini strumentali quali la radiografia eseguita sotto carico documenterà il cavismo del piede e spesso la presenza di una spina calcaneare. Quest’ultima è l’immagine indiretta dell’esistenza di un’infiammazione del periostio (membrana che ricopre l’osso) che, a causa della tensione fasciale, viene quindi stimolato, sul punto di inserzione della fascia a livello del calcagno, alla produzione di nuovo osso lungo l’asse di trazione della fascia stessa.

Trattamento e consigli

Trattandosi di una patologia a causa strettamente meccanica, il trattamento sarà volto alla riduzione o abolizione della tensione della fascia plantare. In fase acuta sarà consigliabile agire con sedute di Tecarterapia con la quale si otterrà un miglioramento della sintomatologia dolorosa. In seguito si procederà con esercizi di stretching e rinforzo della muscolatura contemporaneamente ad un miglioramento dello stile di vita. Ecco alcuni consigli dello studio FISIOCIESSE:

  • Stiramento del soleo: «É il muscolo che si inserisce sul tendine d’Achille; ha perso di elasticità e va quindi allungato con lo stretching per renderlo più elastico»;
  • Stretching della fascia plantare: «Seduti, si poggia il piede sulle punte delle dita. Si può raggiungere lo stesso obiettivo accovacciandosi stando sempre sull’avampiede o “tirando” verso di sé le dita dei piedi con le mani. La mancata dorsiflessione delle dita dei piedi, ovvero non si muovono verso l’alto, contribuisce all’insorgenza del disturbo»;
  • Rinforzo della muscolatura: «Si chiede al paziente di prendere degli oggetti da terra con le dita dei piedi. Anche camminare sull’avampiede ha lo stesso scopo»;
  • Foot roller: «Sono dei piccoli cilindri acquistabili nei negozi specializzati che si fanno scorrere sotto il piede per massaggiare e rilasciare la fascia plantare. Alcuni possono essere messi in freezer per fornire anche un effetto analgesico e alleviare il dolore»;
  • Recuperare la mobilità della caviglia: «Quando necessario, le caviglie rigide vanno rimesse in movimento. Si fanno muovere su e giù anche grazie al supporto di un elastico che viene fissato alla caviglia e alla gamba di una sedia».
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