Cos’è l’epicondilite?
L’epicondilite per definizione è un dolore localizzato all’epicondilo, che rende dolorosi o impossibili quando in fase acuta, alcuni movimenti semplici come ruotare la maniglia della porta, oppure versare da bere. L’epicondilo è un distretto anatomico che di trova all’altezza dell’articolazione del gomito: è facilmente individuabile portando il braccio a 90 gradi, piegando il gomito e ruotando la mano ponendo il palmo verso il basso. L’area sopra il gomito, appunto è quella interessata dall’epicondilite, ovvero l’infiammazione dei muscoli che si inseriscono sull’epicondilo. In particolare ad essere interessato è il tendine che si inserisce sopra l’articolazione del gomito, sul lato esterno del braccio, che fa da collegamento tra il muscolo estensore radiale breve del carpo e l’epicondilo laterale omerale. Da non confondere con l’epitrocleite che interessa il tendine che si inserisce sul lato interno del braccio.
Le cause
Di solito la causa va ricercata in uno scorretto uso dell’articolazione che messa in sovraccarico, tende ad infiammarsi nella componente epicondilare, quindi viene considerata come una sindrome da sovraccarico funzionale. Microtraumi e/o microlesioni ripetute nel tempo indeboliscono e/o danneggiano alcune fibre tendinee, determinando lo stato infiammatorio prima e lo stato degenerativo poi. Proprio per questo il problema riguarda spesso lavoratori manuali alle prese con mansioni ripetitive come: chi usa spesso il mouse del pc, casalinghe o artigiani che utilizzano utensili vibranti che sottopongono il tendine a sollecitazioni improprie. A volte l’epicondilite può essere la conseguenza di un unico trauma diretto.
I sintomi
La manifestazione tipica di questa condizione è sempre il dolore che generalmente si localizza in un punto ben preciso dell’articolazione. Il dolore può irradiarsi fino alla mano e acutizzarsi quando si deve sollevare un carico, piegare il braccio, quando si impugnano o maneggiano oggetti e quando si effettuano torsioni del polso (girare la chiave in una serratura), poichè i tendini e i muscoli coinvolti sono quelli implicati nell’estensione e nella torsione del polso,nell’estensione della mano, delle dita e dell’avambraccio. Inizialmente si può avvertire una debolezza del braccio e una perdita della forza ma col tempo, in assenza di un trattamento adeguato, il dolore può peggiorare e impedire i movimenti.
La terapia
La prima cosa che bisogna fare è mettere a riposo il gomito evitando di sollecitarlo con movimenti scorretti ed applicare del ghiaccio più volte al giorno con sedute di 10/15 minuti. I FANS (farmaci antinfiammatori) possono essere assunti in un primo momento ma la loro assunzione non va protratta a lungo. Oltre al riposo è importante seguire una fisioterapia specifica che consiste in esercizi di stretching e terapie strumentali come: Laser o Tecar. Nei casi cronici oltre alla fisioterapia si possono abbinare delle infiltrazioni locali sempre sotto consiglio ortopedico.
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